IL FUTURO DELLA POLITICA NELLO SLANCIO DEI GIOVANI
22 febbraio 2014 DI CARMELA RUGGIERO
In questo particolare momento storico la politica si mostra sempre più lontana dal cittadino e sempre più vicina ad interessi esclusivamente personali. Politici dichiarano di agire per il bene comune, nel periodo prossimo alle elezioni. Promesse divengono, in seguito, smentite e parole che neanche il vento raccoglie. In questo quadro complesso si muovono giovani menti ed il loro slancio vitale, con l’intenzione di apportare significativi contributi. Nuove idee, iniziative, prima pensieri poi si tramutano in azioni concrete, lontano dalle telecamere e dalla pubblicità mediatica.
Ne sono esempi Gerardo Perna Petrone, Giuseppe Tontoli, rispettivamente giovane Segretario del Circolo PD di Forchia e giovane Segretario del Circolo SEL di Montesarchio, paesi in provincia di Benevento; e Antonio Tedesco, membro attivo della segreteria del Partito dei Comunisti italiani di San Martino Valle Caudina, paese dell’avellinese.
La politica è ormai vista come un mondo dove regna la corruzione, l’interesse personale. Spetta, allora, ai giovani un compito ancora più arduo, di ripristinare l’antico significato della politica quale arte di governare la società, al fianco della società?
Petrone: ‹‹ Di sicuro sui giovani grava la pesante eredità di una classe dirigente autoreferenziale, a basso ricambio, votata ai meccanismi di consenso più che a valorizzare le competenze. Tocca a noi giovani, oggi, alzare la voce, attraverso l’impegno nella vita pubblica, per ridare luce alla politica e riprendendoci con forza le tante, troppi dosi di futuro che ogni giorno e ogni anno ci sono state egoisticamente rubate da alcune generazioni adulte. ››
Tontoli: ‹‹ Purtroppo il meccanismo da scardinare è quello instaurato dalla generazione dei nostri genitori, hanno avuto la possibilità di cambiare il mondo ma ci hanno consegnato una società in continuo degrado. Dobbiamo fare nostro un solo valore fondamentale: la condivisione. Non a caso si parla sempre di più di peer education, educazione tra pari. Nel nostro circolo c’è il giusto mix di giovani e quelli che ironicamente si definiscono “diversamente giovani”, in fondo anche lo scambio generazionale fa parte di questo percorso. ››
Tedesco: ‹‹ In realtà questo è un compito che spetta a tutti. Ai giovani, in particolar modo, perché essi sono i depositari del futuro. Oggi, il potere decisionale delle istituzioni cosiddette democratiche è stato completamente svuotato di ogni significato. La politica dovrebbe essere strettamente legata alla sovranità popolare, che però è assente sotto tutti i punti di vista. Una nuova forma di coscienza e una nuova era deve nascere. Chi oggi ha venti o trenta anni deve esserne protagonista! ››
Fare politica sul territorio spesso è considerata solo come una fase di gavetta. In un periodo nel quale il mondo della politica è sempre più distante dal cittadino, non crede che debba essere ripristinato il suo ruolo essenziale?
Petrone: ‹‹ Fare politica sul e per il territorio entusiasma, e non poco. La politica è il megafono di chi è rimasto indietro, almeno io così l’ho sempre intesa. Il livello locale permette di rendere quotidiano e alla portata di tutti l’impegno civico e civile fondato sulla onestà, sul lavoro costante di ascolto e di riflessione, sul senso di responsabilità e sulla capacità di individuare percorsi utili a migliorare la vita del singolo e della comunità. ››
Tontoli: ‹‹ L’attivismo sui territori è l’unica porta verso l’universo possibile di una democrazia partecipata. Per raccogliere le istanze dei cittadini, portarle ai livelli istituzionali più alti, non bisogna perdere mai contatto con il territorio. Con il circolo SEL “PrimoMaggio” stiamo sperimentando proprio questo, un laboratorio di buona politica che parte dal basso. Gli stimoli e le informazioni necessari per fare bene in politica vanno cercati tra le persone. Senza questa base non c’è ribalta ne qualità. ››
Tedesco: ‹‹ Assolutamente si. E’ nei territori che possiamo concepire realmente le innumerevoli problematiche. Pensiamo, ad esempio, alle molte vertenze operaie, alla tragica situazione “terra dei fuochi”, alla pessima gestione dei servizi pubblici. E’, perciò, prima di tutto nei territori che noi agiamo, per dare una prima significativa risposta alle esigenze reali delle persone. Ciò è necessario per poter costruire un’altra idea di società e, quindi, concretamente iniziare a trasformarla. ››
Democrito diceva: Si può proprio dire che certi uomini, quanto più sono indegni, tanto più riescono ad occupare cariche istituzionali. Bisogna stimare come massimo dovere, rispetto al tutto il resto, quelli che rispondono all’interesse della città, affinché sia bene amministrata. Quanto è incredibilmente attuale?
Petrone: ‹‹ In un simile contesto subentra prepotentemente la questione morale, intesa come dissoluzione di quei valori, sui quali dovrebbe costruirsi l’azione politica e la conseguente gestione della “res publica”. Non bisogna cedere all’idea che sia possibile e giusta una politica slegata dall’ etica. Significherebbe cadere nel cinismo più becero. Ma la sola indignazione non soppianta la politica: di fronte a questo declino non possiamo restare con le mani in mano. ››
Tontoli: ‹‹ La percezione dei cittadini sulle buone politiche è molto più fine di quanto si creda. Il coinvolgimento del singolo è più naturale in un contesto in cui tutto ruota intorno al innalzamento della qualità della vita. È indubbio che le difficoltà di bilancio attanaglino i comuni. Dal altro lato oggi l’amministrazione degli enti non andrebbe fatta con lo stesso spirito con cui, chi non arriva a fine mese, fa la lista della spesa tra i volantini d’offerte per la sopravvivenza dell’immediato ma condividendo con i cittadini investimenti a medio-lungo termine. ››
Tedesco: ‹‹ Terribilmente attuale. Va ristabilito il valore del “bene comune”. Quello che impressiona di più è che, già in Democrito, traspare un’idea di natura della comunità politica umana e di società largamente più moderna di quella attuale, dominata dal profitto, dalla diseguaglianza, discriminazione, dal declino materiale e morale. La nostra idea di modernità è quella di abbattere questo condizione malsana per costruire un ordine basato sui principi e sui valori della giustizia sociale, della libertà reale, dei diritti, dei doveri e del lavoro avanzando così verso il Socialismo. ››
Se non si è di successo, non si è felici. Ventenni crescono inseguendo questo obiettivo sbagliato. E’ importante porsi dei traguardi da raggiungere e guardare al futuro con decisione, ma senza misura, l’ambizione può condurre al baratro senza possibilità di uscita. Quanto può essere deleterio per la creazione del loro futuro?
Petrone: ‹‹ Le ambizioni sono tutte legittime, guai a non averle. Se pero’ non si è consci dei propri limiti, si resta imprigionati di se stessi. Solo il protagonismo positivo dei giovani può forzare una società chiusa e bloccata a fare scelte lungimiranti. Per uscire da una crisi c’è bisogno di coraggio e di nuove idee. Ogni generazione deve avere la sua opportunità di decidere il proprio futuro, anche a costo di sbagliare. ››
Tontoli: ‹‹ Mi permetto di “rubare” il plurale della domanda e trasformarlo: quanto è deleterio per il nostro futuro? A mio giudizio il problema non è solo l’ambizione smisurata ma anche la qualità della stessa. L’ambizione di diventare qualcuno, citando Caparezza, senza competenze è in senso globale un potenziale disastro sociale. L’ambizione di cambiare in meglio il proprio Paese è ben altra cosa. ››
Tedesco: ‹‹ Questo è un meccanismo che genera falsi miti e false convinzioni nei giovani, per poi condannarli al tempo stesso alla precarietà e alla assenza di futuro. Il modello di successo basato sui soldi e la fama è un tratto di conservazione del potere. Non sono i tuoi meriti, il valore umano della tua persona o il tuo talento che contano, ma solo il denaro in tasca. Per quanto ci riguarda essere felici significa prima di tutto gioia di vivere, star bene con sé stessi, coltivare la propria persona, i propri interessi, le passioni e i propri sogni. La verità è rivoluzionaria e la si ristabilisce distruggendo le illusioni. ››
Insomma, un surplus di idee e un impegno concreto sempre più crescente.
Giovani che pongono un senso di appartenenza autentico e profondo alla base del impegno politico. Ma quanto ancora è distante il conseguimento di una nuova concezione che non li discrimini per la mancata esperienza e li releghi esclusivamente ad attività di gavetta. I ragazzi rappresentano il futuro, ma sono anche il presente. In tale direzione, accanto ad essi deve affiancarsi il supporto di adulti che fungano da modelli esemplari e forniscano gli strumenti giusti, per attuare un opera di rinnovamento della classe dirigente, una rivoluzione sociale, costruendo una società in cui i cittadini abbiano il potere di contare e di decidere in piena libertà e ampio spazio di manovra.
www.mxpress.eu/il-futuro-della-politica-nello-slancio-dei-giovani/